Dall’11 al 28 ottobre 2012 si è svolta la 3^ edizione dell’evento culturale “L’Albero della poesia e della filosofia” nei comuni di Senago e di Rho.
La rassegna, nata originariamente a Senago, si è arricchita della partecipazione dell’Associazione culturale AlboVersorio, promotrice e responsabile dell’aspetto specificamente filosofico dell’evento attraverso la presentazione di figure di confine tra poesia e filosofia, al fine di promuovere i punti di incontro, le specificità e le differenze tra due forme di sapere e di vita imprescindibili per l’umano.
L’edizione 2012 si è sviluppata attraverso un doppio filone: quello più propriamente poetico, I Rami, “forma di espansione del fusto (…) presente sostegno e segno della vitalità dell’albero, ma anche portatori di fiori e frutti” in cui hanno preso parola “autrici e autori che partono, oltre che dall’esperienza personale, anche dalla consapevolezza di una tradizione per svilupparla e imprimere un segno significativo nel presente”; mentre il secondo momento è stato dedicato alla memoria di Carlo Michelstaedter, poeta, artista e giovane promessa del pensiero filosofico, morto suicida il 17 ottobre 1910.
Tra i mentori all’iniziativa, filosofi e intellettuali del calibro di Carlo Sini, Moni Ovadia, Marcello Veneziani, Claudio Bonvecchio si sono confrontati con dottorandi e altre personalità rimaste affascinate dalla poliedrica figura di Carlo Michelstaedter, come il nostro Erasmo Silvio Storace, presidente dell’Associazione culturale AlboVersorio, Eleonora Barbieri, Roberta Visone, Antonella Gallarotti.Attraverso un’iniziativa fatta di conferenze, letture, aperitivi, un momento speciale è stato dedicato all’esposizione della mostra dei disegni e dei dipinti del giovane Carlo Michelstaedter, capace di confermare la genialità di un personaggio prematuramente scomparso, erede di quella “gioventù bruciante” del primo Novecento italiano.
“Vuoi mangiare? no, non puoi mangiare, il sapore del cibo non e più quello, il miele è amaro, acido il latte, la carne è nauseante; e poi l’odore, e l’odore che è nauseante: pute di cadavere; – vuoi una donna che ti conforti gli ultimi istanti? no, peggio: è carne morta; – vuoi godere il sole, l’aria, la luce, il cielo? – godere?! – il sole è un’arancia fradicia, la luce è spenta, l’aria irrespirabile, il cielo è una volta bassa che m’opprime… no, tutto e chiuso e buio ormai)”
Carlo Michelstaedter, La persuasione e la rettorica