Diretta da Erasmo Silvio STORACE
“Sono 2500 anni che la filosofia cerca […] di dare un senso alla sua ricerca della verità. […] Forse questa “mannaia” che ha diviso in due la storia del mondo, il mondo consacrato e il mondo dissacrato, troverà una soluzione, una sintesi, una terza strada: il filosofo non è qui per dire qual è, ma per sperare e fare in modo che ci sia” [C. Sini].
5. LE VERITÀDEL CORPO

“Non esiste un albero delle virtù e un albero dei vizi, esiste una sola potenza, cioè il nostro corpo. Se crea cresce, se distrugge perisce”. [
S. Natoli]

Tra cinema e verità sembra sussistere un’opposizione insanabile. Mentre, infatti, in quanto è una forma di poiesis, il cinema ha a che fare col “verosimile”, la filosofia tende a raggiungere la verità. Risalendo alla “poetica” di Aristotele, e richiamando gli esiti più maturi della filosofia francese della seconda metà del novecento, in questo saggio Umberto Curi cerca di dimostrare che al cinema può essere riconosciuto uno statuto paragonabile a quello del mythos antico, sicché esso esprime un altro modo, non meno rigoroso rispetto al locos, di sviluppare l’interrogazione filosofica.

“La verità al pari di ogni altro oggetto d’indagine, potrà essere trattata come una cosa, a proposito della quale sia lecito chiedersi cosa sia? O forse che essa non possa essere ricondotta all’ambito delle cose? In che modo dunque sarà conveniente accostarsi a tale nozione?”.

“Una riflessione lucida e spregiudicata sulla natura; uno dei concetti più discussi e controversi del nostro tempo… che, in ogni caso, è al centro della riflessione filosofica sin dall’antichità. Da allora in poi parlare di natura avrebbo vuoluto dire parlare di movimento, materia, elementi, principio e tante altre realtà che qui vengono nuovamente interrogate, tenendosi accuratamente alla larga dalle banalità troppo spesso caratterizzanti i dibattiti intorno a questo tema”.

Ancora una volta tocchiamo con mano che la tecnica non è più un mezzo a disposizione dell’uomo, ma è l’ambiente, all’interno del quale, anche l’uomo subisce una modificazione, per cui la tecnica può segnare quel punto assolutamente nuovo nella storia, e forse irreversibile, dove la domanda non è più: “Che cosa possiamo fare noi con la tecnica?”, ma: “Che cosa la tecnica può fare di noi?”.